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#95 – Giù le maschere

terza e ultima parte
di Mickey e Fabio Furlanetto

 

 

Attico del Coordinatore, Manhattan

Lo scontro è terminato, ma l’Uomo Ragno non sente di aver ancora ottenuto la vittoria che sperava; non tanto perché aver trionfato indossando il costume del Ragno di Sangue significa che non può fare foto da rivendere al Daily Bugle (a meno di non voler far sembrare il Ragno di Sangue un eroe), ma perché ci sono ancora troppe domande senza risposta.

Attorno a lui ci sono i corpi privi di sensi di una dozzina di guardie ben pagate ma non all’altezza dell’Arrampicamuri, e le sue mani stringono per il colletto di una giacca da tremila dollari il boss criminale che ha terrorizzato la città per mesi. Lo chiamano il Coordinatore, ma l’Uomo Ragno lo conosce con un altro nome.

-Roderick Kingsley, il primo Hobgoblin. Avresti dovuto immaginare che avrei scoperto chi eri.

-Ce ne hai messo di tempo, ma sei sempre stato un po’ lento con certe cose. Ricordi Ned Leeds?

Quel nome spiazza l’Uomo Ragno, dando a Kingsley l’occasione di colpirlo con un pugno... o meglio l’occasione di provarci, perché l’eroe blocca il colpo senza alcun problema. Ed inizia a stringere, con abbastanza forza da spezzare le ossa di un uomo normale. Cosa che non sembra funzionare, però.

-Sei più forte di una volta, Kingsley. So del patto che hai fatto con la Scorpione per ripristinare il siero di Goblin... ma credimi, tu non sei Goblin. Non gli vai neanche lontanamente vicino.

-Qualcosa ho imparato, negli anni – risponde Kingsley sorridendo, ed il Senso di Ragno scatta.

Un aliante di Goblin entra nella stanza riducendo le finestre in una tempesta di vetri taglienti, e il Coordinatore ne approfitta per rilasciare dal guanto una scarica di elettricità sufficiente a far mollare la presa all’Uomo Ragno.

Kingsley non perde tempo a continuare lo scontro: sa benissimo di non poter competere con il Ragno in queste condizioni. Salta subito a bordo dell’aliante, dove lo attende una borsa carica di bombe-zucca.

-Non credere che sia finita – minaccia Kinglsey, rilasciando tutte le bombe in un colpo solo.

L’Uomo Ragno potrebbe schivarle tutte senza neanche pensarci, ma che ne sarebbe degli sgherri privi di conoscenza stesi a terra? Per non parlare della sua alleata Catalyst?

-Ci penso io, tu occupati del Coordinatore! – lo sorprende la ragazza: solo ora l’arrampicamuri si accorge che il Senso di Ragno non è scattato. Ed infatti poco dopo le bombe-zucca rimbalzano tranquillamente a terra, ora che l’esplosivo al loro interno è stato trasmutato in acqua.

-Questo sì che è preoccupante: per una volta la fortuna gira dalla mia parte! – commenta l’Uomo Ragno, gettandosi fuori dal grattacielo all’inseguimento di un aliante-pipistrello.

Ed una volta fuori, il Senso di Ragno torna a farsi sentire. Il Ragno è sicuro che si tratti dell’ennesima arma di Hobgoblin ancora nelle mani di Kingsley, non considerando che la direzione è sbagliata.

Infatti il colpo sonico che lo colpisce arriva dalle sue spalle, ed è abbastanza doloroso da fargli mancare il bersaglio quando lancia una ragnatela. Precipita di alcuni piani, frenando aderendo con una mano sola alla parete del palazzo, ma è troppo tardi: la scia di fumo dell’aliante si è già dissipata.

 

All’interno del palazzo, Frances Barrison alias Murmur, un tempo Shriek, si allontana dalla finestra correndo verso le scale. Anche se l’Uomo Ragno non l’ha vista, è certa che questo edificio sarà ben presto pieno di poliziotti e preferirebbe evitare di spiegare perché si trova qui. E a giudicare dal fatto che il suo cellulare sta già vibrando, sa che le sarà richiesto molto presto altro lavoro come membro del Sinistro Sindacato. Non ha intenzione di rispondere: era tornata nel mondo del crimine per combattere i Sinistri Sei e quella crociata è stata già vinta da tempo. Forse ci stava riprendendo gusto, altrimenti non avrebbe appena ostacolato l'arrampicamuri, ma con la caduta del Coordinatore, sarà meglio mettere nella naftalina il costume di Murmur, in attesa del ritorno della giusta causa per cui combattere.

 

Casa di Betty Brant

Definirla una stakanovista sarebbe un eufemismo, quindi è incredibile che Betty Brant sia a casa durante un giorno lavorativo; è stato necessario alzare la voce per convincerla a prendersi qualche giorno di riposo. Non che ci si possa accorgere della differenza quando quella voce appartiene a J. Jonah Jameson.

Qualcuno bussa alla finestra e la donna sobbalza vistosamente, facendo versare la tazza di camomilla doppia che stava sorseggiando. Solo ieri è stata liberata dal suo rapimento, solo un'ora fa la sua festa di bentornato in redazione è stata rovinata dall'avvento di Goblin e dall'omicidio del Ragno di Sangue. Deve ancora smaltire tutta quella tensione accumulata.

Il fatto che Betty debba chiedersi chi sia la dice molto sul genere di gente che frequenta. L’indiziato numero uno è questa volta la scelta corretta, e Betty apre la finestra per far entrare l’Uomo Ragno.

-Dobbiamo smetterla di vederci così – scherza lei, cercando di camuffare lo spavento.

-Mi spiace disturbarti dopo tutto quello che è successo, ma ho pensato che ti fossi guadagnata questo – risponde l’arrampicamuri, consegnandole una busta.

-Avresti dovuto portarla al Bugle – nota Betty, prendendo comunque la busta.

-Lo so, ma al momento è ancora pieno di forze dell'ordine e, soprattutto, JJJ mi avrebbe accusato di cercare di corrompere uno dei suoi reporter. E, ultimo ma non per importanza, se c’è qualcuno che si merita lo scoop sulla vera identità del Coordinatore, quella sei tu.

-Che cosa!? – si meraviglia Betty, aprendo la busta che contiene una buona quantità di documenti. Qualcun altro impiegherebbe molto più tempo a tirare le somme, ma Betty riconosce al volo il proprietario di quelle società offshore.

-Kingsley!? Ma è ancora a Isla Suerte!

-Evidentemente no. Se ti servono altri indizi, ho il suo portatile – rivela l’Uomo Ragno, estrendo il computer dallo zaino di ragnatela appiccicato alla sua schiena. -Avrei potuto aprire con questo, vero, ma non faceva altrettanta scena – alza le spalle l’arrampicamuri. Una parte di lui avrebbe preferito usare i vecchi metodi... una bella foto al Coordinatore smascherato e via... ma spiegare cosa ci facesse Peter Parker in quel covo sarebbe stato troppo complicato. E queste informazioni faranno molti più danni.

-Devi portare tutto questo alla polizia! Abbiamo appena il tempo per dare lo scoop sull’edizione della sera – reagisce subito Betty, abbracciando l’Uomo Ragno. -Ned sarebbe fiero di te, ragno. Non ci lasceremo scappare quel bastardo del suo assassino.

-Ci puoi scommettere, Betty – la rassicura, sperando di aver rimediato almeno in parte ai suoi errori passati.

 

Casa Watson, Forrest Hills

Seduta al tavolo con altre tre donne di famiglia, la piccola May Parker brandisce il proprio cucchiaio sporco di sugo di pomodore e lo agita, come una bacchetta magica, puntato verso l'anziana zia Anna.
-Vingardium leviosa!
-Dopo, amore, stai sporcando tutta la tovaglia e adesso sta parlando la zia Gayle - le blocca un polso sua madre, con tutto l'affetto che le riesce. Una piccola parte di sé si sta pentendo di averle fatto fare la maratona dei film di Harry Potter.

-Tranquilla, non dà fastidio, anzi. Comunque, dicevo, ci sono giorni in cui mi pento di essermi trasferita a New York. E' un continuo viavai di pagliacci in costume o in armatura.
Anna e Mary Jane si scambiano un'occhiata imbarazzata.
-Lavorare per Stark non aiuta, certo.
-Sì, da quel che mi hai detto. A proposito di supertizi, non riesco a tenermi ancora per molto la notizia, al diavolo la scaramanzia...
-Sputa il rospo.
-Mi hanno presa per “Agenti del FBSA”!
-Fantastico!
-Mamma va in tivùùù-ù, mamma va in tivùùù-ù..! - inizia a saltellare e canticchiare la piccola May. E' evidente che, in separata sede, è stata già brutalmente utilizzata come valvola di sfogo dalla genitrice.
-Sì, è la migliore notizia dai tempi di... di “Secret Hospital”.
-Iniziamo a girare l'episodio pilota tra pochi giorni, infatti dopo pranzo devo scappare a studiare il copione e ad andare ad allenarmi, ho un personaggio bello tosto e devo riuscire a far finta di saper usare qualche arte marziale.
-Giusto perché non stavo già abbastanza in pensiero, io - dice zia Anna, mentre si alza per sparecchiare.

-Sei diventata apprensiva con l'età, zia? - si meraviglia Gayle. Ai vecchi tempi, Mary Jane ha fatto il bello e il cattivo tempo sotto la sua ala.

-Diciamo così... - solleva le sopracciglia la donna, con il pensiero al marito di sua nipote.

In uno degli altri covi del Coordinatore

-Ma dove cazzo siete tutti quanti?!
Max Dillon è furibondo. Nessuno gli risponde, su nessun canale. Se lo aspetta dal capo, o dai colleghi che fino a poco tempo fa combatteva dai ranghi dei Sinistri Sei... ma Shocker? E' sparito nel nulla, e pensava di potersi fidare almeno di lui.  Ogni numero o contatto del Sindacato squilla a vuoto o è irraggiungibile.
Per il nervosismo, è intento a ingozzarsi di arachidi, ritrovate nella dispensa d'emergenza, quando con un sonoro calcio la porta viene sfondata.
-Mani in alto e poteri spenti! - sbraita il comandante in campo del F.B.S.A..
Tutti gli agenti della squadra speciale sono bardati con stivali e guanti di gomma.

L'aspetto più divertente è che, in mezzo a loro, incede l'Uomo Ragno, il cui costume rossoblu sparisce alle estremità, attrezzate allo stesso modo.
-Io farei come dicono, fossi in te- minaccia l'Arrampicamuri, puntandogli contro i lanciaragnatele.
-Fuoco!
Electro pensa di dover intercettare con scariche una raffica di proiettili, quando in realtà una sorta di rete viene scagliata verso di lui, a ricoprirlo. E' una maglia isolante, che lo ancora al pavimento con piccoli gravi inerti ad alto peso specifico.
-Mi sei sfuggito troppe volte ultimamente, folle Max... direi anche basta, no?
-Bella citazione, Testa-di-tela, ma non sono fol----
Electro non può neanche finire di ribattere perché con un balzo l'Uomo Ragno gli è addosso e lo mette knock-out con un singolo pugno.
-E io che mi ero messo gli accessori per le grandi occasioni... Dovrei lamentarmi per quanto sia stato tutto anticlimatico, ma a chi voglio darla a bere? Ragazzi, gentilmente, caricatevelo... e io altrettanto gentilmente vi scorto finché non l'avrete messo in sicurezza. Non possiamo rischiare un nuovo scherzo della Camaleonte.
-Sei nostro ospite, aracnide, da quando dai gli ordini? - si lamenta un agente.
-Fate come dice e aiutatemi - lo zittisce il comandante, chino ad afferrare il corpo esanime di Electro per i piedi.

 

F.B.S.A. - Sede di New York

L'ultima volta che le loro strade si sono incrociate, l'agente Maria Hill e l'Uomo Ragno non se la sono mandata a dire. Nel frattempo, sottoposti della donna sono caduti sul campo per colpa dei Sinistri Sei e un pizzico di sua incoscienza, e il Coordinatore è in rovina. Complice la presenza di un terzo elemento davanti cui non dare spettacolo, i toni sono molto più rilassati e collaborativi adesso.
-Con Electro al sicuro, del Sinistro Sindacato latitano Shocker, Murmur, la Scorpione e... la Camaleonte - dice la Hill, con un attimo di esitazione e una punta di irritazione - ma secondo i nostri analisti al momento l'organizzazione non esiste più.

-A parte il Camaleonte, mi preoccupano ben poco, ma sa che farò il possibile per braccarli - assicura l'Uomo Ragno.
-Faremo - interviene Catalyst, indispettita.

-Nessuno va sottovalutato, ma la Camaleonte è in cima alla mia lista. Nessuno può impersonarmi, farmi sfuggire dei ricercati e pensare di passarla liscia.
-So come ci sente, sorella - annuisce l'Uomo Ragno, ricevendo un'occhiata in tutta risposta. -Avete altre piste che posso battere?

-Per le informazioni che ci hai dato, non ci risultano altri covi in città. Abbiamo confiscato altri tre covi nella contea di New York e il materiale è in fase di analisi da parte della Scientifica. Stiamo risalendo il più possibile a tutti i suoi assett, scavalcando i prestanome di turno, anche se la maggior parte sono fuori dalla nostra giurisdizione. Il più banale è Isla Suerte.

-Niente che non ci aspettassimo. Come la mettiamo con suo fratello? C'è qualcosa che non quadra. Gli avevo... fatto visita qualche settimana fa e non mi aveva dato elementi sufficienti a pensare a un collegamento.

-Dai primi rilievi, pare confermato che sia Daniel Kingsley a figurare come suo fratello gemello a Isla Suerte. Non credo rientrerà mai da noi, viste le accuse di scambio di persona e truffa ai suoi danni.

-Ce la siamo fatta fare sotto al naso, ma non capiterà ancora. Kingsley si goda il suo momento come ricercato numero uno del Bureau...perché non durerà per molto. Lo troverò, lo sbatterò in gattabuia e butterò la chiave. E farò di peggio con la Camaleonte.
-Siamo in due, agente.
-In tre - insiste Catalyst.
-Grazie della collaborazione - le stringe la mano Maria, con evidente calore.
-Perché a lei questo trattamento di favore?

-Perchè a differenza di te sa quando è il momento di seguire gli ordini. Assumiamo anche agenti super-umani, nel caso tu voglia usare i tuoi poteri per lavoro – offre Maria, rendendo chiaro che i suoi complimenti erano interessati.

-Io, uhm, ci penserò – risponde la ragazza, imbarazzata di aver messo in una situazione simile il suo mentore.

-E come al solito io ne esco senza neanche un ringraziamento – sospira l’Uomo Ragno.

-A proposito di uscire, farei meglio ad andare ora – interviene Catalyst.

-Ti serve un passaggio? – chiede l’arrampicamuri.

-Uhm, no, grazie - declina Maureen, non volendo rivelare all’eroe la propria vera destinazione.

Esce dall’ufficio, sentendosi strana a camminare in costume alla luce del sole. L’Uomo Ragno si avvicina alla finestra per lanciarsi all’esterno, ma Maria Hill lo ferma.

-Uomo Ragno, aspetta. Non volevo parlarne di fronte alla tua spalla...

-Meglio che lei non ti abbia sentito chiamarla così. Cosa c’è?

-Tu lavori meglio fuori dal sistema, testa di tela. A volte è necessario fare cose che non si possono scrivere su un rapporto. E quelli come te sono abituati a farlo.

-Credevo che tu fossi contro i super-eroi, Maria.

-Credo che debbano agire sotto supervisione, non che siano inutili. Per esempio, io non posso nemmeno sfiorare Isla Suerte e il fratello idiota di Kingsley. Ma se conoscessi qualcuno che se ne possa occupare, diciamo, in modo informale, l’F.B.S.A. potrebbe chiudere un occhio sulla tua continua interferenza nelle nostre operazioni.

-Mi stai dicendo che...

-Ti querelo se dici a qualcuno che ho suggerito qualcosa del genere.

-Se avessi un centesimo per quelli che me l’hanno detto potrei permettermi un avvocato, ma credo di aver capito. Se ci sono novità, sapete come contattarmi.
-In realtà no.
-Oh, non avete il faro con il simbolo del ragno? Buon lavorooo! - si congeda il tessiragnatele, lanciandosi dalla finestra dell'ufficio della Hill.

 

Fisk Tower, Manhattan
In un lussuoso salotto, due uomini e una donna stanno osservando con aria tetra un notiziario. Uno dei due uomini passeggia nervosamente, avanti e indietro, nei pressi dell'home theater.

<... a parte le dichiarazioni della collega del Daily Bugle, non c'è ancora un comunicato ufficiale delle forze dell'ordine a conferma dell'identità del Coordinatore, ma siamo in attesa della conferenza stampa del Procuratore, tra un'ora... Dopo la pubblicità, un'intervista esclusiva con la donna che ha appena scoperto di vivere al piano di sotto del principale covo del Coordinatore!>

Di sottofondo al commento della giornalista, scorrono immagini di repertorio di Roderick Kingsley, di Hobgoblin, dell'attentato alla centrale di polizia, di Betty Brant e dell'Uomo Ragno, finché non c'è uno stacco.
<Tra trenta giorni, la serie più attesa dell'anno. Basata su storie vere. Agenti del FBSA. Solo su ABC.>
Il Coordinatore, di nuovo bardato nel suo costume, zittisce il televisore con un pugno che lo trapassa da parte a parte.
Richard Fisk alza gli occhi al cielo. Mai come in questo frangente si è pentito di aver stretto un accordo con un tale folle supercriminale. Aveva sottovalutato quanto avesse sbarellato rispetto ai vecchi tempi.
-Qualcuno mi ha tradito! Come ha fatto l’Uomo Ragno a trovare la mia base!?

Il figlio di Kingpin continua a osservare con attenzione il proprio sgradito ospite, sorseggiando un bicchiere di brandy. Al suo fianco la Camaleonte, la sua unica ed ultima pedina fedele, resta così impassibile da dare qualche dubbio che respiri.

-Al momento non è la tua preoccupazione maggiore, Roderick. Ora devi pensare a mantenere un basso profilo; essere il nemico pubblico numero uno non fa bene agli affari.

-Dovrò cambiare tattica, forse, ma ti assicuro, Fisk, che il Coordinatore non è ancora sconfitto.

-Parli di te in terza persona, ora? Non è certo un buon segno.

-Non prenderti gioco di me, Fisk. Piuttosto, sei sicuro che questo posto sia sicuro?

-Certo: sono solo un onesto uomo d’affari, le autorità non hanno motivo di cercarti qui. Fino a quando la nostra alleanza sarà proficua per entrambi, non avrai nulla da temere.
In un angolo della sua mente, sta macinando milleuno modi per smarcarsene con i minori danni collaterali. Ha già abbastanza gatte da pelare con Chaka Khan e con il Consorzio Ombra,[i] faccende in cui Kingsley si è rivelato utile come una forchetta da brodo. Nella migliore delle ipotesi, potrebbe mettere tutti contro tutti...

-Mi stai minacciando, Fisk?- sembra leggergli nel pensiero il Coordinatore, per quanto le sue parole fossero più sufficienti a suscitare questa reazione.

-Ti sto solo ricordando che sei nella situazione in cui ti trovi perché il potere ti ha dato alla testa. Adesso, l’unico modo per cadere in piedi è non fare il passo più lungo della gamba.

-Lo stesso vale per te, Fisk. Prova a tradirmi e scoprirai che ho ancora parecchie risorse a mia disposizione, e molti segreti che non ti piacerebbe esporre alla luce del sole.

A rinforzare la minaccia, la Camaleonte assume le fattezze di Richard Fisk, circostanza che non manca di inquietare il diretto interessato, pur abile nel dissimularlo.

-Me ne ricorderò, Kingsley, puoi starne certo.

 

Sala d'aspetto del dr. Garner

Angela Yin non sa se essere sollevata o infastidita dall'essere qui. Il suo capo l'ha costretta a prendersi un periodo di malattia e farle fare almeno un colloquio con uno psicologo del lavoro. Del resto ha assistito in diretta all'assassinio del suo ragazzo, nella redazione del suo giornale, ed è stata sbugiardata nell'ambiente come la fidanzata del Ragno di Sangue. Forse sfogarsi col dr. Garner non sarà poi così male; di sicuro sarà più piacevole dell'interrogatorio di terzo grado che le hanno fatto le autorità.

Una minima sorpresa la coglie quando alza lo sguardo da una rivista e vede uscire dallo studio del terapeuta Betty Brant. Fa due più due e capisce che la collega ha subito lo stesso trattamento, per motivi diversi: è stata sequestrata dal Coordinatore per molti giorni. Per certi versi ha più bisogno lei di uno psicologo, eppure il suo volto è meno provato.

-Oh, anche tu qui.
-Com'è il tipo?
-Bell'uomo. Ma forse non è quello che volevi sapere.
-Infatti, non sono in vena di uomini.
-E' in gamba, davvero. Peccato che ci paghino una sola seduta.
-Conoscendo Jonah, ce la decurterà dal prossimo stipendio.
-Potrebbe rivelarci delle sorprese, chissà. Ora vai, mi ha chiesto di farti entrare.
Angela si alza e le passa accanto, salutandola con un cenno del mento. Betty la ferma all'improvviso con una mano sulla spalla.

-Ce la farai. Ci sono passata anch'io, e con un caso ben più pesante del Ragno di Sangue.
Non c'è bisogno di specificare ciò che ha passato l'ex-segretaria con il caso di Ned Leeds infangato come Hobgoblin.
Non c'è bisogno neanche di dire grazie, un sorriso mesto è il modo in cui la Yin ringrazia e si congeda, prima di chiudersi alle spalle la porta dell'ambulatorio.

 

Un appartamento di SoHo

Maureen esita prima di bussare alla porta. E’ abbastanza certa che nessuno l’abbia vista in faccia, oscurata dal cappuccio di una tuta che non indossa mai; per fortuna in ascensore non c’era nessuno e quindi ha potuto indossare la maschera di Catalyst, come protezione ulteriore. Probabilmente l’Uomo Ragno non apprezza i vantaggi di poter entrare dalla finestra ed evitarsi imbarazzi del genere.

E’ terribile pensare che questo palazzo sia così vicino al suo appartamento: forse ha incrociato la strada di questa criminale molte volte senza accorgersene nemmeno. Potrebbe cacciarsi nei guai se si scoprisse che si è associata con un ex membro del Sinistro Sindacato, ma è un rischio che deve correre.

La donna di colore che la fa entrare è conosciuta al mondo come Dottoressa Shanika Stillwell, ma Maureen la conosce con un altro nome: la nuova Scorpione.

-Sei sicura che nessuno ti abbia seguita? – le chiede, guardandosi attorno con circospezione.

-L’Uomo Ragno non sa che sono qui.

-Bene. Non farti venire strane idee o te ne farò pentire – risponde la dottoressa, facendola entrare.

Maureen è abbastanza contrariata dal constatare che si tratta di un appartamento che lei non potrebbe mai permettersi, sebbene non sia esattamente di lusso. Ma questo non è l’appartamento della dottoressa Stillwell, come è chiaro dalla sabbia sparsa sul pavimento. Ed infatti Quicksand è seduta sul divano, intenta a seguire un servizio sul Coordinatore.

-Come fai a permetterti un posto del genere? – chiede Maureen.

-Ho i miei fondi personali. Non tutti di origine illegale.

-“Non tutti”?

-A meno che tu non voglia spiegare alla tua coinquilina la presenza di Quicksand nel tuo appartamento, credo che questa sistemazione sarà adeguata. Quantomeno fino a quando non avremo completato la nostra transazione.

-Quando potrò tornare umana a piacimento ti rimborserò a dovere, Scorpione – interviene la donna di sabbia.

-Dottoressa Stillwell – la corregge la donna. Maureen nota che la sua mano inizia a ricoprirsi di chitina nera, fino a quando non la serra a pugno per ritornare umana. Forse non controlla la propria mutazione tanto quanto vuol far credere, ma Maureen preferisce non farle sapere che l’ha notato.

-A proposito della nostra, ehm, “transazione”, credo di aver fatto la mia parte oggi: il Coordinatore è finito. Ed immagino che avrai una certa fretta nell’esigere il pagamento per l’aiuto che mi hai dato.

-In effetti è così. Sono vicina a sintetizzare un siero che può stabilizzare qualsiasi tipo di mutazione instabile, come quella che costringe Quicksand nella forma di sabbia.

“E per aiutarti a controllare i tuoi poteri, scommetto” pensa Catalyst.

-Ho bisogno di un ultimo composto, però, che non sono riuscita a duplicare. Normalmente chiederei aiuto a chi ha sviluppato il composto, ma questa volta avrò bisogno di aiuto esterno.

-Non credo tu abbia bisogno di me per forzare qualcuno ad ottenere informazioni, ora che sei super-forte, e dovresti sapere che non ti aiuterei comunque a farlo – obietta la ragazza.

-Immagino di no. Ma se ti dicessi che l’unica persona che può aiutarmi è il dottor Curt Connors?

-Lizard!? – esclama Maureen, che conosce bene il tragico destino dello scienziato.

-Precisamente. Sei un’eroina, cosa c’è di più semplice dello sconfiggere un mostro?

“Sono sicura che questo non piacerà all’Uomo Ragno” pensa Maureen.

 

In una località segreta del Nevada

All’apparenza potrebbe sembrare una semplice fabbrica abbandonata, ma dietro i suoi cancelli arrugginiti si nascondono meraviglie tecnologiche che sarebbero l’invidia di molti laboratori. Piccoli robot si muovono elegantemente su otto zampe, lavorando alacremente per intallare un sistema d’allarme all’avanguardia.

In mezzo al caos delle scintille che volano e del metallo che stride sul pavimento, un uomo è seduto tranquillamente su una poltrona a leggere il giornale, che è sorretto da due tentacoli metallici.

Otto Octavius è un lettore assiduo del Daily Bugle da anni. Il quotidiano è carta straccia, ai suoi occhi, ed i suoi sporadici articoli su scienza e tecnologia fanno veramente pena; chissà perché un ragazzo brillante come Peter Parker si ostina a collaborare con una simile spazzatura, si chiede.

Ma con tutti i suoi difetti, il Daily Bugle resta la sua migliore fonte di informazioni sull’Uomo Ragno. Si è allontanato da New York, ma l’aracnide resta per lui un’ossessione incancellabile.

L’edizione di oggi è particolarmente interessante: dalla prima pagina con il titolo “Il Coordinatore smascherato”, all’inizio di una mega-inchiesta di Betty Brant su Roderick Kingsley, ad un editoriale di J. Jonah Jameson che inveisce JJJ contro l'Uomo Ragno che si nasconde dietro a doppioni e che collabora con Goblin.

-Goblin – mormora Octavius - L’unico avversario dell’Uomo Ragno a poter rappresentare una minaccia ai miei piani. Perché fingere di non essere l’originale? Forse sta tramando alle mie spalle? Sì, è così, tutti credono che sia stato io a perdere lo scontro con il Coordinatore. Ma New York non ha ancora visto di che cosa è capace il Dottor Octopus!-

Le braccia metalliche strappano in mille pezzi il giornale, ed Octopus si alza in piedi. Si dirige verso la parete dove i suoi robot stanno fissando una marea di fotografie, disposte in cerchio attorno ad un’immagine dell’Uomo Ragno e collegate tra di loro a formare una complessa ragnatela. Che lo collega a tutti gli alleati e nemici in una serie di confusi collegamenti che, nella mente di un folle, rappresentano un quadro chiarissimo.

-Goditi la vittoria finché puoi, Uomo Ragno – minaccia lo scienziato pazzo, usando uno dei tentacoli per colpire la fotografia dell’avversario così forte da bucare il muro.

Casa Parker, Forrest Hills

Peter Parker fatica a credere di aver avuto il tempo di cenare in famiglia, ricevere le splendide notizie sulla carriera di sua moglie, giocare un po' con la piccola May, per poi farla addormentare con il rodato metodo di leggerle un buon libro per bambini.

-Non sei più tranquillo adesso? - gli chiede Mary Jane, nel letto, mentre lo osserva indossare il pigiama.
-Kingsley è ancora latitante...
-... ma smascherato, senza soldi e scagnozzi. Ne hai davvero paura?

-Non più, anche se temo sempre i colpi di coda. Piuttosto, sto pensando a Goblin e a come ha fatto fuori il Ragno di Sangue... è un tarlo che mi sta tormentando da quando la Hill mi ha detto i dettagli. E devo togliermi un dubbio. Nella mia... fortezza-della-solitudine. Ti dispiace..?
-Se può farti dormire più tranquillo, fa' pure. Sempre meglio sui microscopi che di ronda. E poi sei troppo stanco per fare sesso, ti si legge in faccia- gli dà un bacio sulla fronte, si distende e abbraccia il cuscino.

Sempre più grato di avere una moglie del genere, e potersi permettere di mandarla in bianco, Peter Parker si rifugia nel suo laboratorio in soffitta e recupera un reperto trafugato dal covo di Goblin. Avrebbe voluto poterlo esaminare prima, ma non ha avuto un attimo di respiro negli ultimi giorni.

All’apparenza è semplicemente un frammento di bomba-zucca, l’equivalente di una scheggia di granata. Le scene del crimine di Goblin ne sono sempre piene, ed essendo inerti non suscitano troppo interesse. Peter ne ha raccolte ed analizzate diverse nel corso degli anni, nella speranza di inventare qualcosa che le disinnescasse.

Ha sempre pensato che fosse un fallimento, ma a qualcosa è servito: nessuno ne sa più di lui sulle proprietà chimiche dell’esplosivo delle bombe-zucca. E nessun altro riconoscerebbe con facilità la miscela utilizzata. Come un artista che riconosce il tratto di un altro, non ha dubbi su chi abbia costruito questa bomba. La firma di Norman Osborn è chiarissima. Così come il fatto che la produzione è estremamente recente, quindi non si tratta dell’ennesimo impostore che ha trovato un vecchio covo segreto. Norman è tornato in azione come Goblin, Peter ne è certo.

Così come si è fatto ingannare dal primo Hobgoblin per settimane, ci è cascato con entrambe le scarpe nelle panzane propinategli dal nuovo, fantomatico Goblin.
Adesso lo sa che non ha nulla di nuovo, se non il modus operandi. Una domanda lo assillerà finché non lo avrà incastrato: che cosa sta spingendo Norman Osborn a giocare a fare il Punitore?

 

FINE... PER ORA

 



[i] Vedi p.e. Devil e la Vedova Nera #81.